lunedì 13 aprile 2009

Pasquetta





Sono piuttosto dispiaciuto per quanti, in quest’ultimo mese, hanno visitato il blog attendendosi una nuova paginetta e sono rimasti delusi.
Del terremoto non scriverò nulla, credo sia stato detto e scritto anche troppo. Di Santoro neppure, nemmeno un commento, dato che il personaggio non mi interessa e comunque non lascia alcuno spazio a considerazioni equilibrate: genera semplicemente opposti (atteggiamenti, sentimenti, prese di posizione). Non lo vedo differente dal tanto odiato Berlusconi, sua – apparentemente – unica ragione di vita. Ed opposti, per restare in tema, generano pure la Lega e Di Pietro, che fanno il pieno (almeno dagli ultimi sondaggi – Di Pietro passerebbe addirittura dal 4 al 9%). Costoro riempiono gli spazi lasciati vuoti da altri, attraendo col loro acritico e sommario giustizialismo: semplificando non vedo infatti differenza tra l’atteggiamento leghista (protezionismo reazionario ottuso e livido), e quello dell’Italia dei Valori, che almeno da quanto si sente e legge qua e là, vorrebbe offrire a Berlusconi e seguaci il medesimo trattamento che i Borghezio, i Calderoli e i Gentilini (http://video.google.it/videoplay?docid=-1596157768925833438) riserverebbero a Rom, gay ed estracomunitari. La crescita elettorale ed il seguito di costoro è alimentato ogni giorno da personaggi appunto come il Santoro, come i vari Travaglio e molti altri “personaggi” televisivi, di spettacolo (che danno un triste spettacolo), comici, pseudo comici, giullari e buffoni – per costoro è necessario attendere ancora un po’ di tempo: quando si accorgeranno che il Cavaliere è destinato a stare sul podio ancora per un pezzo, cominceranno certo a salire sul carro del vincitore come sempre hanno fatto i pagliacci –, i quali per audience oggi versano a fiumi benzina sul fuoco, fatto che, come si vede, porta i suoi frutti. (D’altra parte l’aver eliminato dalla scena movimenti politici “cuscinetto”, come ad esempio A.N. ha portato ad una diaspora sul fonte destro, il quale si è diviso fra chi non intendendo transumare verso i pascoli alti del Cavaliere, si è trovato a dover decidere tra la destra di Storace e la Lega – o, per altro verso Casini, vedi più avanti –. Ma a sinistra è accaduto lo stesso: la confusione di valori e punti di riferimento presente nel PD – gli ultimi sondaggi lo danno in sensibile ulteriore calo – e il disfacimento della sinistra più radicale hanno favorito – pro tempore – il forcaiolismo dipietrino). Vi è quindi una crescente radicalizzazione di posizioni che certo non porterà a nulla di buono. Anche perché l’impotenza genera sempre reazioni irrazionali, proprio come accade quando si nega qualcosa o si limita uno spazio ad un pargolo generando in lui, povero di strumenti alternativi, una bizza isterica. Mi auguro che codesto “isterismo” infantile di una sinistra radicale impotente e quotidianamente aizzata non ri-generi terrorismo – l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno – anche per la reazione che innescherebbe.
Certo a leggere qua e là, nei Forum in rete, il pensiero di molti nostri connazionali verrebbe da preoccuparsi, proprio a causa di tutte codeste acritiche e sempre più radicali contrapposizioni. Viene la paura dell’impossibilità del dialogo (condizione fondamentale, irrinunciabile addirittura in ogni società che intenda definirsi civile), possa diventare via via più vasta e pericolosa per la nostra democrazia (quella sì, e non il Fascismo, che tanti deficienti vedono già dappertutto).
Epperò, poi, il buon senso suggerisce che tradurre il particolare in universale è impossibile oltre che sciocco, e che quel medico (alcuni sanno a chi mi riferisco) che ascoltando l’opinione di tre o quattro pazienti in ambulatorio presumeva di sapere cosa pensava la gente, era assai imbecille. Infatti sempre codesti sondaggi, citati da Radio 24 stamani danno in crescita il PDL di 4 o 5 punti percentuali, che lo porterebbero al 42-43%. Ma danno in crescita che il partito di Casini, che forse si riprende da AN quanti non vogliono andare col Cavaliere (ci si domanderà se è possibile ciò. A guardare le simpatie della Poli Bortone sembrerebbe di sì. Eppoi si deve considerare che AN è cresciuta con voti che venivano anche dalla ex Dc, voti che oggi potrebbero tornarsene da dove venuti).
Ad ogni buon conto, a me, questo andazzo proprio non piace, epperò, come molti, non posso farci un bel nulla, oltre lo stare a guardare cosa succede. Mi consolo (cosa che consiglio) con la continua meraviglia della natura, che ogni giorno rinnova il suo spettacolo (in questi giorni ho visto le prime Scilla bifolia – http://it.wikipedia.org/wiki/Scilla_bifolia , ovvero http://www.pieroweb.com/fiori/scillasilvestre1mini.jpg – di un colore azzurro elettrico incredibile), oppure con l’arte, che trasporta in un mondo ‘altro’, o cerco di trovare piacere in qualche buona lettura. E mi fingo, tanto per tirarmi su di morale, certo fatte salve le proporzioni, un po’ come il Machiavelli, del quale vi propongo un passo (assai noto ma sempre molto fascinoso e significativo) dalla Lettera a Francesco Vettori del 10 dicembre 1513.

Bruno Stepic
San Martino, 13 aprile 2009, lunedì di Pasquetta

[…] Partitomi del bosco, io me ne vo ad una fonte, e di quivi in un mio uccellare. Ho un libro sotto, o Dante o Petrarca, o uno di questi poeti minori, come Tibullo, Ovidio e simili: leggo quelle loro amorose passioni, e quelli loro amori ricordomi de' mia: gòdomi un pezzo in questo pensiero. Transferiscomi poi in sulla strada, nell'hosteria; parlo con quelli che passono, dimando delle nuove de' paesi loro; intendo varie cose, e noto varii gusti e diverse fantasie d'huomini. Viene in questo mentre l'hora del desinare, dove con la mia brigata mi mangio di quelli cibi che questa povera villa e paululo patrimonio comporta. Mangiato che ho, ritorno nell'hosteria: quivi è l'hoste, per l'ordinario, un beccaio, un mugnaio, dua fornaciai. Con questi io m'ingaglioffo per tutto dí giuocando a cricca, a trich-trach, e poi dove nascono mille contese e infiniti dispetti di parole iniuriose; e il più delle volte si combatte un quattrino, e siamo sentiti non di manco gridare da San Casciano. Cosí, rinvolto in tra questi pidocchi, traggo el cervello di muffa, e sfogo questa malignità di questa mia sorta, sendo contento mi calpesti per questa via, per vedere se la se ne vergognassi.
Venuta la sera, mi ritorno a casa ed entro nel mio scrittoio; e in sull'uscio mi spoglio quella veste cotidiana, piena di fango e di loto, e mi metto panni reali e curiali; e rivestito condecentemente, entro nelle antique corti delli antiqui huomini, dove, da loro ricevuto amorevolmente, mi pasco di quel cibo che solum è mio e ch’io nacqui per lui; dove io non mi vergogno parlare con loro e domandarli della ragione delle loro azioni; e quelli per loro humanità mi rispondono; e non sento per quattro hore di tempo alcuna noia, sdimentico ogni affanno, non temo la povertà, non mi sbigottisce la morte: tutto mi transferisco in loro.
[…]



Le illustrazioni sono Honoré Daumier

2 commenti:

  1. Pur non capendo di politica quello che scrivi coincide con quanto avevo larvatamente intuito.
    Condivido il consiglio di trarre godimento dall'osservazione della natura, sia pure nelle forme meno appariscenti e nascoste come la Scilla bifolia.
    Molto bello il brano del Macchiavelli che, da pessimo lettore qual sono, non conoscevo.
    Insomma un articolo su cui meditare e da cui trarre insegnamento.
    Complimenti!

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  2. Ringrazio l'anonimo amico per il gentile apprezzamento.
    Bruno

    brunostepic@yahoo.it

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