mercoledì 21 aprile 2010

Verso la Terrasanta

La posta del bracconiere






Io non sono un berlusconiano. Né provo molta simpatia per lui. Epperò sul momento non vedo alcuna alternativa seria, purtroppo. Certo Fini non è una alternativa. Così per intanto mi disgusto con questo teatrino, vi dirò, assai scontato, dato che in qualche modo, seppure da questo mio osservatorio da bracconiere, sistemato alla bell’e meglio frai rami, l’avevo già da tempo previsto, come ben sanno quanti mi onorano della loro attenzione.
Il signor F. avrebbe certo blaterato e sbattuto la porta se nulla nulla il Cav. ne avesse buscate alle ultime elezioni. Ma non è andata così. E allora delle due una: o chinare il capo davanti al monarca chiedendo pietà o, molto democristianamente, imboccare una viottola mediana: me ne resto dentro e continuo a romperti i coglioni. A fare la coscienza critica! Ah che bella e santa, santissima cosa la coscienza critica, il pungolo, lo stimolo la riflessione e la misurazione della pressione. Sì, sto qui come a Lourdes a invocare la democrazia interna…
Ecco! Ci vuol proprio una faccia come il culo. Ma quale democrazia! Il figuro ha liquidato un partito con un congresso farsa, risibile; un congresso che si è consumato come semplice formalità in una ventina di minuti. Il democratico!
Già, sto deviando dal discorso, ma è solo che mi brucia il non sapere cosa ne ha fatto di tutte le sedie e tavoli, gli armadi, i libri e le stufe che tanta brava gente come i miei vecchietti avevano donato per arredare alla meglio le squallide aule del partito! Andiamo avanti.
Cosino, lì, brontola perché non vuole lo strapotere della Lega, ovvero si incazza perché il Berlusca decide tutto coll’Umberto e il Bertoldino di quest’ultimo a cena in quel di Arcore. Si incazza (magari come gli suggerisce il Ferrara o qualche altro mutante) perché lui non lo invitano. Ma dico, come fanno ad invitare un beota come quello, a che fine. Ridacchiano semmai! Ma non glieli ha regalati proprio lui più di metà di quei voti alla Lega? Non ha ceduto ogni cosa per un piatto di lenticchie, e ora? Cos’ha da recriminare! Non se lo è alienato lui il suo elettorato?
Mi pare di rileggere le Avventure di Pinocchio, solo che qui il protagonista resta molto antipatico: saccente invece che ingenuo. – Vengano vengano… Da questa parte! È il teatro dei burattini! – Non raccontava grosso modo così Carlo Collodi?
Così ora, se riesce a scamparla, non gli resta che leccarsi le dita, dato un partito politico suo non ce l’ha più. Ma non gli basta, non contento delle cretinerie inventate finora continua con pertinacia a far danni.
Sta di fatto che facendo la propria conta ha fatto anche quella del cavaliere che acquisendo al proprio asse un gran numero di ex A.N. esce personalmente rafforzato (con questo non intendo dire che ne uscirà rafforzato anche il governo). Tanto rafforzato che sarà probabilmente indotto ad incrudire le proprie posizioni, riducendo ulteriormente quegli spazi di democrazia interna, sostanzialmente risibili, ma oggi solo strumentalmente denunciati come tali da F.
Quale sarà la conseguenza di ciò alla lunga? Il signor F. potrebbe trovare appoggio fra le comparse che stanno in fondo al baule del Teatro dei Burattini: una masnada di perdigiorno, di mediocri personaggi in cerca d'autore, quasi sempre postulanti che finora non hanno trovato risposta alle proprie richieste e covano rancori sordi, lividi, viscerali perché hanno visto spesso preferire per le liste elettorali o le nomine negli enti gente assai più mediocre di loro (discorso lungo, codesto, da riprendere a parte). Cosicché codesta eterogenea brigata di ambigui accidiosi, rancorosi scatarranti delusi e frustrati, incapaci di decidere tra la masturbazione o un salto nell’Udc, o fra gli applausi a Santoro e iscriversi alla Lega, potrà forse trovare sotto la condotta di F. la propria missione. Così nani e ballerine da una parte, armata Brancaleone nel mezzo, e il resto del bordello a far festa di là, sai che piacere! Ci manca solo che invece di Godot torni - come sembra -Marrazzo!
Ora il Cav. a mio vedere, dovrebbe risolvere la questione alla spiccia, dato che non può punto permettersi di non fare quelle riforme (a cominciare da quella fiscale) che gli italiani si attendono. Basta che lo metta in condizione di andarsene, ovviamente facendogli assumere, nel farlo, la responsabilità della eventuale caduta del governo e di altrettanto possibili elezioni anticipate. Questa la partita che il Cav dovrebbe giocare (anche d'azzardo), pena un lungo insopportabile estenuante logoramento.
Perché, cari i miei amici, morto Tatarella che di F. era la mente, questo ha giocato tutte le partite a casaccio, facendo finta di fare lo statista, parola di cui non conosce neppure il significato, a meno che non alluda a quegli scarponi che ho lasciato laggiù, sotto l’albero.

Bruno Stepic

San Martino, 21 aprile 2010 (Sant’Anselmo, San Silvio)
ma, Natale di Roma

2 commenti:

  1. È un piacere leggere chi sa scrivere... Oggi scrivono tutti, a cominciare dai giornalisti, che il più delle volte non sanno scrivere. Non sanno nemmeno parlare - come Marrazzo che, quando era alla Rai, faceva pena (se non pène)...
    Sono d'accordo su Fini. E ora ci si mette anche Formigoni.
    Come diceva Benito: governare gli italiani più che difficile è una cosa inutile.
    Che Dio ce la mandi buona - ammesso che ci sia...

    RispondiElimina
  2. Caro amico, ciò che mi rattrista di più in tutta la situazione sta nella presunta inutilità di governare un Popolo ed una Nazione che nonstro malgrado non possiamo che continuare ad amare,
    Grazie per l'apprezzamento,
    Suo B.S.

    RispondiElimina