domenica 15 marzo 2009

Questo matrimonio non s'ha da fare...





Mi è risultato impossibile comunicare direttamente con Vittorio Feltri, per cui questa sarà una specie di lettera aperta. Poco importa se lui non la leggerà, molto probabilmente non l’avrebbe fatto lo stesso.
Perché Vittorio Feltri? Perché all’indomani del noto discorso del “predellino” a piazza San Babila, sembrò proprio lui, Feltri, essersi trasformato in una agenzia matrimoniale, da quanto caldeggiò insistentemente il matrimonio Berlusconi-Fini. Anzi, a dire il vero, mi parve più che insistesse per una “grande ammucchiata”. Fu allora che Feltri mi fece dubitare della sua capacità di giudizio politico e più del suo acume giornalistico. Ma fu quando Fini, entrato del Cavaliere per “trattare” se ne uscì dopo un quarto d’ora annunziando inopinatamente la fine di A.N. e la nascita del PDL, che mandai anche a lui, il povero Feltri, un qualche colorito accidente. Costì, in quel preciso momento ho chiuso con la politica attiva, dopo una vita intera di impegno, ho capito che era il caso, per sopravvenuto disgusto, di lasciare definitivamente il campo.
Ora si dirà, ma Feltri cosa c’entra? C’entra, c’entra, dato che oggi, a distanza di mesi attraverso il suo editoriale di ieri “tutti contro questo qui” (http://www.libero-news.it/articles/view/528405) e con altri articoli interessanti pubblicati oggi sul suo quotidiano, dimostra che non aveva capito, intuito, preconizzato quanto sarebbe accaduto, e che oggi obtorto collo deve constatare. Eppure non occorreva molto ingegno politico (o giornalistico) per preconizzare quanto sarebbe accaduto e infatti sta accadendo. Epperò quanti seguono il mio blog conoscono da tempo il mio pensiero al riguardo e non li tedierò ulteriormente.
Purtroppo caro Feltri, non è possibile a nessuno mutare il proprio “desiderio” di realtà in realtà. La realtà è quella che è, e i mutamenti, quando possibili, richiedono tempi lunghissimi, biblici addirittura. E la nostra realtà (nazionale, intendo) è caratterizzata da divisioni, le quali, per la maggior parte non sono ubbie (che sarebbero facilmente riducibili), ma sono differenti impostazioni, differenti sensibilità, modi di pensare, valori, modelli. Quindi caro Feltri, nulla di negativo (anche se negativo può risultarne l’esito nel momento politico). Intendo dire che in una società culturalmente “rudimentale” è facile coagulare i gruppi sociali o il consenso su schieramenti elementari, grossolani ma pur tuttavia omogenei, ma allorquando il pensiero politico si affina, si “civilizza” per così dire, aumentano le sfumature, e la punteggiatura si arricchisce fino al bizantinismo. Se poi aggiungiamo che la nostra tradizione culturale viene dal medioevo, dalle divisioni, dalle gabelle, dalla lotta tra papato e impero, da quella per le investiture,... dall’inganno, dal tradimento istituzionalizzati,... dalla necessità di “arrangiarsi” e difendersi dall’avvicendarsi continuo di dominatori stranieri ci si facilmente rendere conto della difficoltà di trovare accordi, linee univoche a partire fin dalle assemblee di condominio. Non le pare sia così? Purtroppo siamo destinati al proporzionalismo, con tutti i difetti da prima repubblica che questo comporta, anche se a lei Feltri non piace punto, e non piacerebbe neppure a me. Epperò, visti i fatti...
Perché noi non siamo in un paese di gente seria, e il primo a non esserlo, caro Feltri, è il signor Gianfranco Fini (proprio quel signore che dice di voler rendere seri i lavori della Camera eliminando i cosiddetti pianisti), il quale dovrebbe prendere atto della situazione “pre matrimoniale”, rompere il “fidanzamento” e, assieme a tutta la classe dirigente del suo partito fare un passo in dietro. Ovvero dimettersi da tutte le cariche indicendo prima un serio congresso (sottolineo serio congresso) capace di definire la linea di A.N. per il prossimo futuro... Scegliendo magari una nuova classe dirigente. Ma mentre scrivo queste che in un paese serio dovrebbero essere cose ovvie, mi accorgo che sto sognando, dato che questo non succederà. Figurarsi se questi “nulla” lasciano la poltrona. No, caro Feltri, mangeranno anche la m. di Berlusconi ma andranno di lì. Senz’altro con danno per la nostra Italia, dato che non ne sortirà nulla di buono, ma più dovremo “succhiarci” ancora per anni una schiera di politici decisamente assai mediocri. E intellettualmente disonesti.
Distinti saluti,

Bruno Stepic

San Martino 15 marzo 2009 (III di Quaresima)

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