martedì 24 febbraio 2009

Arriva De Mita




Chi, con un po’ di pazienza, avesse voglia di dare un’occhiatina, potrebbe leggersi l’articolo pubblicato oggi da Libero, a pagina 14, a firma di Salvatore Dama, Mara (Carfagna) fa il miracolo: De Mita va col Pdl. (http://newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna&currentArticle=KVG0M).
L’avevo preconizzato? Ero stato bravo? Niente di tutto ciò. Né bravo né indovino. Era nell’aria. Anzi, nell’ordine naturale delle cose. Non solo perché i carri dei vincitori sono sempre molto affollati; non solo perché si continua a darsi gomitate per cercare di salirvi, ma principalmente perché il vecchio motto nazionale “o Franza o Spagna basta che se magna!” ha dilagato come una epidemia, colpendo indistintamente tutti gli strati sociali. Certo molti sono risultati portatori sani, altri decisamente indenni. Meno male! (Troppo pochi, pero!)
E credetemi, non intendo sparare nel mucchio, alla cieca. Ma sarà sufficiente sostituire il “Berlusca” alla Franza e il buon Prodi alla Spagna e il richiamo proverbiale farà subito le sue vittime.
La cosa incredibile, per un Selvaggio (un alieno fa lo stesso), che per disavventura capitasse da noi, e leggendo ciò che accade tentasse di farsi un’idea, di esprimere un giudizio, sarebbe il riuscire a comprendere come, mentre da un lato ci si accapiglia e si disquisisce per giorni su questioni moralmente speciose come quella recente di Eluana (voglio sottolineare che al riguardo la cosa potrebbe avere strascichi – strumentali – tali da determinare perfino una rottura clamorosa in seno al Pd), impalcando questioni di principio dalle quali è (come giusto che sia) impossibile prescindere; dall’altro lato, invece, e contestualmente al primo, alcuni cambiano schieramento, transumano armi e bagagli da una coalizione all’altra con una nonchalance che dovrebbe indurre tutti a meditare. Seriamente. Perchè a mio modesto vedere tale costume è spia significativa dei mali profondi che affliggono il nostro popolo, la nostra Nazione.
Certo, cambiare idea... cambiare idea è lecito, anche doveroso talora, allorquando attraverso un serio e spesso doloroso processo di approfondimento ci si rende conto che la “verità” in cui oggi si crede è differente assai da quella di ieri. Ma la questione non è punto questa. Qui siamo di fronte al solito mercato delle vacche (con tutto il rispetto per le quadrupedi). Qui le idee, i progetti politici, gli obiettivi strategici, le finalità culturali, sono assolutamente indifferenti, anzi, parrebbero addirittura intercambiabili.
Leggendo l’inizio (il disgusto mi ha impedito di andare oltre) della tesi congressuale di Alleanza Nazionale, ho appreso che non rinuncerebbero a nulla del patrimonio ideale e morale della Destra: allora, a farla breve, se più in là trovano le medesime cose, potevano certo accorgersene prima, invece di far perdere tempo a tanta brava gente... Si sarebbe benissimo potuto confluire nella vecchia DC, o con il vecchio PSI, o con i Radicali, tutta gente (onestissima, per carità!) che a buon diritto potrà attendersi di essere nel PDL, come AN, senza rinunziare a nulla delle proprie idee, dei propri valori (insomma: nella “Grande ammucchiata” c’è tutto, e posto per tutti!). Immagino che da ultimo non resterà neppure quella piccola differenza cui la Bardot teneva così tanto!
E’, amici cari, il solito modo per infinocchiare il prossimo, “fingendo” di trovare a se stessi delle giustificazioni, eppoi, magari, delle nobili motivazioni anche. Nient’altro.
Sai – potrebbe confessarmi un amico, – mi conviene... e, con quattro figli piccoli, la moglie che non lavora,... di questi tempi! – Fosse così, capirei!
E’ vero, si potrà obiettare, che gli opposti schieramenti, in nome del processo bipolare, a caccia di quel 2-3% che poteva dare la vittoria elettorale, hanno cercato di scolorire le proprie posizioni per acquisire consensi dall’elettorato centrista, finendo in un amorfo pragmatismo opportunistico (del resto la differenza è oggi marcata non tanto nei contenuti politici quanto nell’amore o nell’odio per Berlusconi); è altrettanto vero che i disastri dovuti alle regalie di Stato, alle politiche clientelari della DC prima e del Centro Sinistra poi, del Pci, Pds, Ds... nelle cosiddette Regioni rosse, hanno ridotto il Paese al collasso totale; forse ad uno stato comatoso irreversibile. Ma è altrettanto vero che, se, tutto sommato, nessuno può far uscire il malato dal coma, se oramai differenze terapeutiche sono impossibili per l’annullamento pressoché totale delle differenze dottrinali degli opposti schieramenti,... è altrettanto vero, dicevo, che se le cose stanno in questo modo, tanto vale assumere dal mercato due o tre bravi manager, o qualche buon curatore fallimentare, e far tornare a casina, con grande risparmio di danari e di inutili chiacchiere, l’esercito di politici più o meno mercenari, di più o meno abili capitani di ventura, di cui ci siamo dotati.
Per concludere: non vedo differenze sostanziali in chi, di qua o di là, può tranquillamente scambiarsi questo o quel giocatore. Come credo, visti i fatti, non la vedano neppure codesti giocatori deambulanti, perchè se la vedessero dovrebbero certo sentirsi un po’ maiali!
Eppoi, i valori, la dignità personale, la dirittura morale, che sono? Posso tentare? Inutili sovrastrutture culturali! Ho risposto bene?

Bruno Stepic

San Martino, 24 febbraio 2009

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