sabato 24 gennaio 2009

Il servitore dei due padroni


ancora per Gli autobus (sulla via di Damasco)

L’amico Daniele, ha molto gentilmente degnato di attenzione, con preziose osservazioni, la mia noterella di ieri sulla questione degli “autobus” genovesi. Cfr. http://www.forumpolitico.org/viewtopic.php?f=22&t=1287&sid=8d857ba9fbeaae96a58b0ac4017d6a05.
Il suo scritto, come spesso succede con le ciliegie (una tira l’altra) ha indotto in me altri pensieri, altre considerazioni...




ì, rammento che lessi, a suo tempo, di Giuliano Imperatore, poi di Federico II nel magnifico Saggio del Kantorowicz, e in codesto, non amai punto Innocenzo III, né chi gli successe; come non amai chi poco più tardi perseguitò l’Alighieri... Eppoi, benché consideri il Richelieu uno dei più lucidi e quindi grandi uomini politici della Storia, non ne apprezzai punto il cinismo allorquando egli si servì spregiudicatamente dell’Inquisizione (brutale, come è stata tutta l’Inquisizione) per scardinare l’assetto pacificatore derivante dall’Editto di Nantes (anche se, comprendo, gli era indispensabile farlo), rammento al riguardo in codesta cornice lo stupendo romanzo storico di Huxley, I diavoli di Loudon, ed il “crudo” film che nei primi anni ’70 ne scaturì.
Ma potrei certo, fra le antiche letture, richiamare allo sterminio dei Catari, le persecuzioni verso i Patari, gli Arnaldisti, i Poverelli... (una finestrella su codesto periodo è socchiusa anche dal “Nome della Rosa”...
Per “passare” dalle cose dell’arte mi piace rammentare di quando Paolo Veronese fu inquisito per la “Cena” commissionatagli dai conventuali di San Zaccaria... E potrei continuare parecchio con i flashbacks, con le tante cose che al riguardo, via via mi vengono a mente. Tutti ricordi, e pensieri anche, che, ne sono sicuro, hanno contribuito al formarsi delle mie idee attuali.
Sono oggi convinto, infatti, che l’ecumenismo, di cui legittimamente, in questo torno di tempo, il Cattolicesimo va in cerca (e quello di cui andare in cerca può stabilirlo solo “lui”), è in forte contrasto, nella sua propria essenza, col carattere stesso intrinseco nella religione, quale almeno è dimostrato (mi pare certificato) dalla storia. Infatti il carattere vero, cioè storico (o più correttamente quello che io colgo nella storia), è quello dell’intolleranza: dato che il suo opposto (dialogo, comprensione, tolleranza) portano inevitabilmente a relativizzare ciò che è (e se c’è dev’essere) l’Assoluto.
Salvo che per le religioni più blande, come sono in genere le politeiste, le panteiste, le animiste... (mi pare) l’intolleranza è quindi un “bene”, una necessità della religione medesima (che per conservare la fede - ovvero la propria fermezza, solidità: stato - deve difendere l’assunto della verità di ciò che crede). Quello della Controriforma, del Barocco, dell’Inquisizione è al riguardo un esempio che funziona benissimo.
Come religioni, né più né meno, purtroppo, si comportano le varie “fedi” ideologiche, che assumono gli stessi caratteri d’intolleranza (anche quelle che, come il comunismo, sono una filiazione del tollerante Illuminismo. Strano, al riguardo, il fatto che certa sinistra stia sulle barricate con gli integralisti di Hamas... Forse in codesto caso ad unire è proprio il collante affine dell’integralismo, chissa!). Credo si possa dire che ogni convinzione assoluta (cioè senza la minima riserva) è pericolosa. Da qui l’odio e il sangue. Assurdi!
Ora, passando ad altro, io non saprei dire, soppesando, se la religione, con tutto il suo apparato di annessi e connessi, ha fatto più o meno bene di quanto male abbia fatto al nostro Paese, all’Italia (quella che già, per intendersi, era nella mente di Federico II, di Dante, di Machiavelli...) Certo è che, come contrappeso ai monumenti, alle opere d’arte,... il seme ben annaffiato nei secoli: dalla lotta dei comuni contro il Barbarossa (autonomismo, [vedi Lega... ] e d’altra parte per il suo carattere universalistico non poteva che avversare l’Impero, o l’aspirazione nazionale), alla lotta continua per il primato, alle divisioni fra Guelfi e Ghibellini... alle più recenti questioni Risorgimentali in cui la Chiesa ha giocato un forte ruolo antiunitario... alle continue ingerenze... Certo è che il seme ben annaffiato nei secoli, dicevo, i suoi bei danni li ha prodotti: la divisione di ogni cosa, in tutto e più o meno per tutto. E’ dentro noi. Ormai nel nostro “dna” nazionale, mi pare. Non si riesce a mettere insieme un partito (già l’idea stessa di partito...), che subito si divide, si frammenta... a destra come a sinistra, giu giu fino alle assemblee di condominio... Frammentazioni e divisioni che hanno richiesto ad un popolo di adattarsi anche ad un non indifferente alternarsi di padroni... Dividersi, adattarsi, arrangiarsi con le furberie mariolesche del “servitore dei due padroni”... fino a rendere una icona, purtroppo triste, per un popolo: “O Franza o Spagna, basta che se magna!”

Bruno Stepic

San Martino, 24 gennaio 2009

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