sabato 10 gennaio 2009

Perplessità insistenti (eufemismo)

Non voglio essere noioso. Ma continuo a non capire le ragioni della fine prematura di Alleanza Nazionale, consumata con l'inopinata rapidità con cui si allungano le fiches sul tappeto verde, prima che il croupier pronunci la fatidica frase: "rien ne va plus".
Incredibile: non un Congresso che si rispetti, se non la ridicola "sceneggiata" dello scioglimento,... per poi confluire dove, con chi,... in un congresso "fondante" (meglio affondante) nel quale i delegati vengono eletti per strada (e passi pure la partecipazione popolare -sic!-, ci sarà poi da dire anche su quella): la sciocchezza delle pseudo-investiture... la cosiddetta società civile da cui attingere... per strada, dove anche il primo coglione che passa può divertirsi a dire la sua, o i furbetti come sempre molto organizzati fare il proprio tornaconto: ma cosa ne sarà del lavoro di anni, della competenza di centinaia e centinaia di militanti, spesso molto preparati e motivati, di amministratori locali che "sanno di cosa si tratta", che hanno costruito con serietà e fatica il proprio sapere politico e amministrativo in anni di impegno nell'agone dei consigli circoscrizionali, comunali, provinciali... eppoi si diceva: competenza, meritocrazia... Che avevano "calibrato" le proprie legittime aspettative di crescita, di carriera politica, e si trovano oggi contingentati, a doversi misurare con le più disparate camarille, con organigrammi di "potere partitico" impenetrabili dal "basso" e ben strutturati, o in ambienti periferici di vera e propria guerra per bande, o di tutti contro tutti. Certo anche AN aveva i suoi problemetti, non sempre era facile conciliare questo con quello, l'antipatia personale finiva per fare nasconderello con le strategie correntizie; l'idiota di turno - quelli ci sono dappertutto - diveniva intoccabile per la protezione di questo o quel guru, ma nulla in confronto a ciò che si prospetta.
Competenza, merito... Ma non ci facciano ridere -avrebbe eslamato al riguardo Totò.
E ancora: la partecipazione popolare? (si fa per dire) il cui volere, il cui potere (sovrano?) non potrà a-priori stravolgere un risultato preconfezionato di 70% a 30%. Roba da matti! Ma il disegno pian piano si chiarisce: niente più partito: d'ora in poi comitatoni elettorali, e si elegge chi ci pare: i voti tanto ci sono: Politica dei valori? Degli ideali? Macché, Noddavvero! Daremo al popolo ciò che via via, strada facendo, ci diranno i sondaggi.
Funzionerà il giochino? Arriveranno consensi all'infinito? Cosa accadrà quando "Tito" non sarà più fra loro? Le idee se così fosse parrebbero molto chiare, ma spesso si fanno i conti senza l'oste, e fidarsi delle proprie idee chiare in una società complessa come la nostra è semplicemente da sciocchi.
Senza contare che in una società dove tutti guardano al profitto ed in funzione di quello variano l'offerta attingendo a settori merceologici spesso fra loro incoerenti o molto distanti, risulta una vera e propria follia, un vero e proprio suicidio optare per la riduzione ad una di due differenti forze politiche (perchè le differenze c'erano, restano e resteranno anche in futuro). Quale sarà, mi domando, il vantaggio anche solo elettorale? Non si sono domandati i "nostri" ragione del motivo per cui da sé medesimo l'elettorato di Alleanza Nazionale non è scomparso in quello di Forza Italia o dell'Udc o della Lega. La risposta dovrebbe essere ovvia anche per un pargolo: vi sono nella loro natura, ma anche nella percezione comune, nel comune sentire, differenze irriducibili.

bruno s.

San Martino, 10 gennaio 2009

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